Il programma del 36° Festival Internazionale di Cinema e Donne è stato pensato proprio a partire dalla necessità di continuare a rendere conto delle tante autrici, che in differenti paesi e culture, affrontano la fatica di un film e vogliono condividerla con un pubblico egualmente appassionato. Protagoniste saranno le sperimentatrici eccentriche del Québec, rappresentate da Micheline Lanctôt; la regista Margarethe von Trotta che ricostruisce le vite di Hildegard von Bingen, Rosa Luxemburg e Hannah Arendt; Lorenza Mazzetti, unica regista del Free Cinema inglese degli anni ’60; l’omaggio a Marguerite Duras, nel centenario della nascita; l’italiana Costanza Quatriglio, presente con un trittico di suoi film. Infine la nuova onda di registe provenienti da Svezia, Olanda ed Italia, che ci danno speranza raccontando aspetti forti ed inattesi delle donne di ora.
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ore 15.30
Il mondo addosso
di Costanza Quatriglio, Italia, 2006, 90′
Cosmi, Cinga, Mohammad Jan e Josef sono arrivati in Italia tutti minorenni rischiando molto e misurando la loro disarmata adolescenza con la durezza di un quotidiano prevalentemente ostile. Ci raccontano, con il sorriso spesso sulle labbra, attraverso il bel film di Costanza quadriglio, i loro Paesi, Afganistan, Moldavia, Romania e questa strana Italia, dove adesso vivono.
a seguire
Belles endormies
di Léa Rogliano, Belgio, 2013, 16′ 30”
Discorso visuale e poetico sui corpi delle donne, reali, virtuali sognati e sognanti.
a seguire
Passo a due
di Margherita Pescetti e Teresa Iaropoli, Italia, 2012, 49’
In un appartamento al centro di Milano vivono Gloria e Olivia, due ottantenni compagne di tante avventure per oltre quaranta anni. Hanno vissuto fuori dagli schemi e così continuano a fare.
a seguire
Ned med Vabbnene! (Giù le Armi)
di Holger-Madsen, Danimarca, 1914, 45’
Film antimilitarista tratto dal romanzo del Premio Nobel Berthavon Suttner e prodotto sull’orlo dell’abisso che, lo stesso anno, avrebbe inghiottito l’Europa e modificato l’assetto del mondo, il 1914. Film scelto per l’apertura del festival, per ricordare i cento anni dall’“inutile massacro” e rendere onore all’intelligenza e al coraggio di chi cercò di evitarlo.
ore 21.00
Serata in onore della Svezia
Stockholm Stories
di Karin Fahlén, Svezia, 2014, 97’
Cinque personaggi e le loro storie attraversano Stoccolma durante pochi giorni molto piovosi. Jhoan, giovane scrittore con una sua teoria sulla Luce e l’Oscurità nella metropoli. Douglas che vuole, a tutti i costi, l’amore di Anna per far la pace con se stesso e la propria timidezza. Jessica, pubblicitaria che non riesce a ottenere un’adozione. Thomas, che pensa solo al lavoro, ma ne è distratto da anonime lettere d’amore.
a seguire
Notre cri du Coeur. Le donne e il conflitto in Casamance
di Paola Montecorboli, Italia, 2013, 48’03”
La Casamance, territorio meridionale del Senegal, è teatro dal 1982 di un conflitto che oppone lo Stato nazionale al movimento indipendentista della regione. Le donne sono le principali vittime del conflitto ma hanno anche un ruolo centrale e riconosciuto dalla tradizione, nel difficile e contraddittorio cammino verso la pace.
ore 15.30
Con il fiato sospeso
di Costanza Quatriglio, Italia, 2013, 35’
Stella che all’università ha scelto farmacia, è ben contenta quando, per il lavoro di tesi, è inserita in un gruppo di ricercatori che utilizzano i laboratori di chimica. Un po’ per volta, però, capisce che qualcosa, proprio nei laboratori, non va. L’amica Anna, che ha messo il punk-rock al posto dello studio, vorrebbe che Stella abbandonasse quell’ambiente insalubre.
a seguire
Sexy Money
di Karin Junger, Olanda, 2014, 80’
Le prostitute nigeriane si incontrano in tutte le periferie delle grandi città europee. Molte speravano di svolgere un lavoro “normale”e invece… Un gruppo di queste giovani donne racconta con vivacità e ironia le proprie disavventure e il coraggio e la gran voglia di vivere che hanno ritrovato per iniziare una nuova vita, in Nigeria.
a seguire
Happily Ever After
di Tatjana Bozic, Olanda, 2014, 82’
Ma perché le storie con gli “uomini della mia vita” non sono eterne, anzi finiscono presto? Chiede a se stessa Tatjana, una film maker appassionata e ironica e lo chiede anche alle amiche, ai parenti e soprattutto… ai suoi ex che non ha mai perduto di vista.
ore 21.00
Jackie
di Antoinette Beumer, Olanda, 2012, 100’
Film premiatissimo della New Wave olandese. Due gemelle, Sofie e Daan, sono cresciute con due padri. Della madre biologica (Holly Hunter) sanno solo che era una hippie americana di passaggio in Olanda. Un giorno, però, quest’ultima telefona dagli Usa chiedendo aiuto per un problema contingente di mobilità. Le ragazze si imbarcano così in un’incredibile, emozionante, divertente e commovente avventura on the road.
ore 10.30
Istituto Francese, Palazzo Lenzi, Piazza Ognissanti 2
Tavola rotonda delle registe del festival
ore 15.30
Premio Sigillo della Pace 2014
Palme
di Maud Nycander e Kristina Lindstrom, Svezia, 2012, 103’
La notte del 28 Febbraio 1986, in una strada di Stoccolma, fu assassinato Olof Palme. Si era battuto contro la guerra nel Vietnam, l’apartheid e in favore del disarmo nucleare. La storia svedese cambiò il suo corso e, probabilmente, anche quella mondiale. Una ricostruzione approfondita e appassionante di un’epoca e della vita di un uomo. Una riflessione sul senso vero e più alto della politica come servizio e pratica degli ideali.
a seguire
Vision
di Margarethe von Trotta, Germania, 2009, 110’
Hildegard von Bingen, religiosa benedettina, scienziata, musicista e letterata, mistica e visionaria, fu anche una delle più influenti donne del suo tempo. Era in rapporto diretto con i poli del potere, il Papa e l’Imperatore, oltre che con uomini di cultura formidabili e importanti politicamente come Bernardo di Chiaravalle. Poteva permettersi di mettere in guardia Federico Barbarossa dall’abbandonarsi all’avidità del potere che genera ingiustizie.
ore 21.00
Serata Sigillo della Pace
Pour l’amour de Dieu
di Micheline Lanctôt, Canada, 2011, 113’
L’incanto del primo amore molto spesso risale all’infanzia. Che cosa accade quando nella vita di una donna, ormai affermata artista internazionale, rispunta con la stessa forza di un tempo, il primo amore? E che cosa significa questo turbamento se l’oggetto d’amore è un Padre Domenicano portoghese, un uomo impossibile per qualsiasi donna del Québec degli anni Cinquanta e forse anche oggi…
a seguire
Sonatine
di Micheline Lanctôt, Canada, 1984, 91’
Leone d’Argento alla Mostra di Venezia del 1984, pedina due ragazze, belle e apparentemente senza problemi, nelle loro giornate fatte di tutto e di niente, per esprimere la sofferenza d’amore e il male di vivere senza tempo dell’adolescenza. E’ il debutto folgorante della grande attrice canadese Pascale Bussières.
Istituto Tedesco, Borgo Ognissanti 9
Focus Rivoluzionarie, Sante e Filosofe
Un’eredità per l’Europa in tre film di Margarethe von Trotta.
ore 15.30
Not funny
di Katharina Woll, Germania, 2014, 1’
Spot soft ma efficace contro l’omofobia.
a seguire
Love during wartime
di Gabriela Bier, Svezia, 2012, 92’
Che succede se due giovani, lui palestinese dei territori e lei ebrea israeliana si amano e si sposano? Nelle famiglie, in fondo, molto poco. Non è così per le società che si fronteggiano, dove la parola “tradimento” viaggia tra detto e non detto, soprusi e discriminazioni. Così comincia l’avventura europea, sempre più a nord e la grande Storia si mescola a quella piccola ma preziosissima, degli individui.
a seguire
Deux Actrices
di Micheline Lanctôt, Canada, 1993, 95’
Tra finzione e realtà, due giovani attrici: Pascale Bussières e Pascale Paroissien, si raccontano come una storia parallela dentro il film che stanno girando. Quella di due sorelle che scoprono l’esistenza l’una dell’altra da adulte e all’improvviso sono costrette a fare i conti con questa nuova inquietante presenza.
ore 21.00
Serata Premi Gilda
Hannah Arendt
di Margarethe von Trotta, Germania, 2012, 113’
Hannah Arendt, successo mondiale che ha scatenato discussioni appassionate. Offre un ritratto ben contrastato della filosofa imprestata al giornalismo per il processo Eichmann a Gerusalemme. Sottolinea il confronto con l’uomo che aveva organizzato lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler, l’esecutore di ordini che rifiuta ogni responsabilità e la pensatrice che afferma: “Nessuno ha il diritto di obbedire”.
a seguire
Il mio cuore umano
di Costanza Quatriglio, Italia, 2009, 52’
Scandito in tre capitoli – Se io sono qui a cantare e voi siete lì è solo un caso; Cammino sui vetri e non penso al dolore; A volte mi trovo nella direzione di un’altra vita – questo particolarissimo docufim, illuminato dalla presenza di Nada Malanima, ricostruisce, con rara cura e mano felicissima, lo sviluppo di una personalità artistica e i cambiamenti di un paese, il nostro, attraverso la forma espressiva più amata e condivisa: la canzone.
Moritz
di Stefanie Maier, Germania, 2014, 5’ 59’’
Moritz è un bambino felice e vivacissimo, pieno di fantasia e creatività. Doti che avrà occasione mettere in opera anche per risolvere un suo piccolo grande problema.
a seguire
Togheter
di Lorenza Mazzetti, Gran Bretagna, 1955, 50’
Prezioso e (quasi) unico film di Lorenza Mazzetti che ne racconta la genesi non comune nel libro Diario londinese (Sellerio 2014). Uno dei quattro film che segnano l’inizio del Free Cinema inglese. Due sordomuti attraversano l’Est End di Londra ancora sconvolto dai bombardamenti e terreno di gioco per bambini scatenati e chiassosi e noi con loro.
a seguire
Rosa L.
di Margarethe von Trotta, Germania, 1986, 122’
Ritratto non convenzionale (e unico, voleva farlo Fassbinder ma non lo portò a termine) della rivoluzionaria ebrea, polacca, tedesca, che indicava ai suoi compagni i pericoli dell’autoritarismo, dell’accettazione della morale borghese e del mito della violenza. Premiata a Cannes la splendida interpretazione di Barbara Sukowa.
Premio eccellenza didattica nei linguaggi audiovisivi
ore 21.00
India Song
di Marguerite Duras, Francia, 1974, 120’
Il capolavoro di Marguerite Duras, fulcro di una costellazione preziosa di testi scritti e cinematografici. In un palazzo sul Gange voci e misteriose presenze s’incrociano e raccontano una o più storie d’amore e morte attorno all’affascinante Anne-Marie Stretter, (Delphine Seyrig bella come non mai). Fuori l’India coloniale della lebbra e dei mendicanti. Tutto miracolosamente girato a Parigi con molto poco.
Home in my mind
di Tami Liberman, Germania, 2013, 10′
Tami esplora Second Life e si chiede come e perché si prende casa nel mondo virtuale.
Domoj/ Home
di Simona Feldman, Germania, 2013, 9′
Un giovane padre parte perché deve emigrare, come può il suo bambino accettare questa separazione?
Faint
di Natalie Plaskura, Germania, 2014, 5’58”
Il tempo, a volte, si ferma o si espande. Qualcosa appare per poi scomparire.
Amnesia
di Pengyu Huang, Germania, 2013, 11’ 36’’
Raffinata sperimentazione animata sulla memoria e l’identità.
Quälen/Torturing
di Rebecca Blöcher, Germania, 2013, 4’ 03’’
Animazione e grafica sul tema claustrofobico della prigionia e della violenza.
An adventurous afternoon
di Ines Christine Geisser, Germania, 2013, 6’
Concentratissima graphic novel con giardino, viaggi interplanetari, tigre e magie della natura.
Conversazione con Sofia Scandurra: questioni di ‘genere’ dietro la macchina da presa
di Silvia Lelli, Italia, 2014, 20’
L’ultima intervista realizzata con Sofia Scandurra, scomparsa il 29 agosto 2014, regista di uno dei rari film femministi italiani, per il quale costituì – per la prima volta in Italia – una troupe composta esclusivamente da donne: “Io sono mia”.
a seguire
Terra de ninguèm
di Salomé Lamas, Portogallo, 2012, 72’
Il rapporto del Portogallo con i territori ex coloniali è affrontato, negli ultimi anni, da non pochi film e libri di valore. Terra de Ninguèm è uno di questi, assolutamente originale e sconvolgente.
ore 21.00
Premiazione corti
Serata in onore del Portogallo
Bobô
di Inès Oliveira, Portogallo, 2013, 80’
Opera seconda (la prima era Cinerama) della più promettente regista portoghese, racconta con stile ammirevole, tra memoria e sogno, l’arrivo dalla Guinea della piccola Bobô nella casa di Sofia, nella Lisbona e nel Portogallo di ora, che rivoluzionerà la sua vita interiore e darà nuovi spazi alla relazione con la madre e con la storia post-coloniale del suo Paese.